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Sì, dolore e gioia. Dolore perché ho perduto un
amico, gioia perché la sua scomparsa,
stimolandomi fortemente a scrivere di Lui e
della sua famiglia, mi offre il destro di
ricordare personaggi che, cascianesi,
silenziosamente, con umiltà, ma con forte
determinazione e intelligenza seppero crescere e
far crescere.
Di lui, di Luciano Lischi e delle sue origini
desidero scrivere. Delle sue doti di “tipografo”
e “editore” hanno lungamente parlato le cronache
giornalistiche de La Nazione (edizione
25.07.010) e de Il Tirreno (edizione stessa
data). Lo ha fatto nel dicembre scorso Daniele
Segre con il film “Luciano
Lischi editore”. Firme e personaggi illustri
lo faranno ancora, i pisani non dimenticano chi
Pisa ha illustrato.
Luciano
è scomparso a Pisa il 24 luglio ultimo scorso,
quando l’infuocato dardeggiare del sole bruciava
i Lungarni e la Piazza miracolosa. E’ scomparso
lontano dalla sua Piazza Castelletto dove radici
profonde e vigorose piantò la grande Tipografia
pisana che da seme solitario e sparuto era
germinata a Casciana in quella Via XX Settembre
dove tutti noi, sino a poco tempo fa, l’abbiamo
conosciuta perché lasciata in oculata custodia e
proprietà alla figlia Gilda sposa del tipografo
Ettore Fracassi (il padre di Ugo, il nonno di
Stefano, il bisnonno di Luca).
Indicando Luciano Lischi a chi mi legge ed ai
giovani che nulla o quasi sanno della nostra
storia non oso definirlo (anche se lo meritasse)
“figlio” di Casciana, ma lo definirò di imperio
“nipote”. Nipote illustre di questo nostro
assetato Paese.
Nipote di Casciana perché?
Perché i suoi nonni paterni Vincenzo (detto
Cencio) e Maria si unirono e vissero a
Casciana e a Casciana videro la luce i figli
Mario, Ulderigo, Gilda e Sara;
perché i suoi nonni materni Vincenzo e Giuditta
Veronesi, proprietari del fabbricato oggi
trasformato in Ritrovo del Forestiero, ebbero
come figli cascianesi Jone e Dario (
quest’ultimo come giornalista di buona fama si
firmava Darioski).
L’amico Luciano era figlio di Mario Lischi di
Vincenzo; Mario convolò a nozze con Jone
Veronesi di Vincenzo.
Jone signorina
Veronesi prima e signora Lischi poi, la ricordo
amica carissima di mia mamma; da sempre è
rimasta impressa nella mia memoria di pudica
bellezza, discreta, riservata, vivace, di viva
intelligenza, sentimentale, molto ospitale. La
ricordo anche madre affranta, distrutta di Lory,
meravigliosa ragazza scomparsa nel fiore degli
anni.
Luciano a Casciana, in giovinezza, trascorreva
le vacanze estive presso i nonni Veronesi, gli
erano amici fedelissimi Adino Ciurli e Vitaliano
Vitali. Io un po’ più giovane del “terzetto”, in
compagnia di Guglielmo Bolelli (Pupo per gli
amici e i cascianesi), molto spesso raggiungevo
“l’orto” (i nostri giardini di allora si
chiamavano orti) dei Veronesi per “apprendere”
giochi adulti e “ubbidire” silenziosamente agli
ordini “attempati” ma affascinanti di chi
cresciuto era in fretta.
Lo ricordo giovanissimo combattente per la
Patria comune e prigioniero orgoglioso.
Ma lo ricordo anche metodico nostro
“visitatore”, attento al divenire di questo
Paese, presentatore di suoi scritti (Piazza del
Castelletto – Ricordi di un editore), donatore
alla municipalità cascianese del prezioso
archivio di Nonno Cencio.
Mi rallegra il fatto che da Filippo Motta, alla
Fattoria di Fichino, giaccia l’insegna antica e
preziosa della Tipografia Nistri & Lischi di
Pisa. Luciano ha voluto così. Grazie.
E’ bello concludere questo mio scritto con una
non breve citazione sua, di Luciano:
“…potrei
concludere con una citazione di San Paolo: 'Bonum
certamen certavi, cursum consummavi…', ma
preferisco lasciare le citazioni illustri, e
concludere, più immodestamente, che la mia parte
l’ho fatta, e mi sembra di averla fatta bene.”
Sì Luciano, l’hai fatta bene. Anche facendo,
come tuo padre e tua madre, del bene. Arrivederci
Luglio 2010
Paolo Noceti
Promemoria per i
cascianesi veraci
Il 15 maggio 1902 da Vincenzo Lischi (nonno di
Luciano e di Ugo Fracassi) nasceva nella
tipografia di via XX Settembre il primo giornale
termale italiano. Il primo numero uscì con il
titolo “I Bagni di Casciana”. Da quel numero il
tutt’ora esistente “Terme e Riviere”.
Il fatto mi sembrerebbe importante fosse
ricordato da una lapide da porre sul prospetto
del fabbricato di via XX Settembre un tempo sede
della predetta tipografia.
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