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																A Portovenere il 
																tempo si è 
																fermato. Sul 
																massiccio 
																campanile di San 
																Lorenzo, 
																torreggiante sul 
																caratteristico 
																borgo ligustico 
																del 1113, le 
																lancette sono 
																ferme (da anni) 
																sul quadrante ad 
																una certa «ora 
																X» della sua 
																lunga storia, né 
																vi è sentore 
																ch’esse siano 
																rimesse in moto, 
																in un quadrante 
																opportunamente 
																rimodernato. I 
																vecchi se lo 
																ricordano in 
																azione: 
																rientrando il 
																mattino dalla 
																pesca notturna 
																di stagione, 
																appena entrati 
																nelle Bocchette 
																di S.Pietro, il 
																loro primo 
																sguardo andava 
																alla «torre 
																delle ore», lo 
																tenevano 
																d’occhio i 
																barcaiuoli, le 
																donne ed i 
																ragazzi sulla 
																spiaggia, 
																all’avvicinarsi 
																del minestrone 
																di mezzogiorno. 
																Ora il tempo sì 
																è fermato, sulle 
																memorie, sui 
																costumi e sui 
																monumenti 
																d’allora! Si 
																fanno progetti, 
																si danno 
																speranze; ma 
																tutto procede 
																con orientale 
																lentezza. Ogni 
																anno, chi 
																ritorna 
																all’incantevole 
																soggiorno trova 
																tutto come 
																prima, tutto 
																fermo, come le 
																lancette della 
																torre 
																campanaria... 
       Meglio così, dice un vecchio «aficionados»: 
																«Per mio conto, 
																preferivo 
																Portovenere di 
																cinquant’anni 
																fa. Meno 
																automobili 
																(specie sulle 
																calate), meno 
																motoscafi di 
																lusso a 
																scorrazzare 
																sulla baia, meno 
																musiche e danze 
																sotto le 
																finestre, fino a 
																tarda ora nella 
																notte!». Che 
																farci? Sono i 
																portati del 
																cosiddetto 
																progresso e le 
																conseguenze 
																della civiltà 
																del petrolio! 
																Cinquant’anni fa 
																Portovenere era 
																isolato dal 
																mondo, non aveva 
																acquedotto ed 
																elettricità e 
																mancava di tante 
																altre cose... 
																Bisogna 
																adeguarsi ai 
																tempi, ma con 
																intelligenza ed 
																organizzazione. 
																Così, come fu 
																già scritto 
																autorevolmente 
																su queste 
																colonne, non 
																appare né 
																razionale né 
																possibile 
																trasformare il 
																vecchio borgo 
																medioevale — un 
																gioiello 
																pittorico, unico 
																nel suo genere — 
																in soggiorno 
																turistico 
																modernamente 
																attrezzato, se 
																non espandendo 
																gradualmente 
																tali attività 
																verso le 
																calanche 
																dell’Olivo e 
																dell’isola 
																Palmaria. 
       Quest’ultima fu già, con i suoi vigneti ed 
																i suoi uliveti, 
																il polmone 
																benefico di 
																Portovenere ed è 
																ora la «grande 
																dimenticata» del 
																Golfo: i suoi 
																pochi boschi 
																residui facile 
																esca agli 
																insensati 
																turisti «incendiarii». 
																E ci si domanda 
																perché mancano 
																nel nostro Golfo 
																quei provvidi 
																cartelloni 
																ammonitori dei 
																pericoli 
																d’incendio, che 
																il ministero 
																dell’Agricoltura 
																e Foreste ha 
																saggiamente 
																diffuso per i 
																boschi della 
																penisola? Forse 
																nostri nipoti 
																vedranno la 
																nuova 
																Portovenere 
																turistica dal 
																più ampio 
																respiro, ed il 
																borgo tagliato 
																sul portoro 
																acquisterà 
																ancora una volta 
																la tranquillità, 
																che fu delizia 
																dei castigati 
																villeggianti di 
																un tempo. Forse 
																quel giorno avrà 
																termine anche il 
																disagio che si 
																verifica 
																attualmente nel 
																piccolo porticciuolo, 
																dove riesce 
																ormai 
																impossibile 
																ormeggiare anche 
																una piccola 
																imbarcazione (a 
																Riomaggiore 
																l’autorità sta 
																provvedendo con 
																attrezzature 
																adeguate) e 
																sulle calate il 
																cui spazio 
																limitato a 
																Portovenere è 
																stranamente 
																conteso fra le 
																barche, le 
																automobili e... 
																i tavoli delle 
																trattorie! 
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