IL RAPPORTO DELL'AMMIRAGLIO EVANS
Anzitutto, come frutto dell’esperienza fatta in questa grande crociera, egli
raccomanda che le navi designate ad operare insieme, siano perfettamente
omogenee, sia rispetto alle loro qualità tattiche che alle strategiche; ed a
tal uopo, egli è d’avviso che la loro costruzione dovrebbe essere fatta, al
minimo, in gruppi di quattro per volta. Riguardo all’altezza delle batterie
di cannoni sul livello del mare, sebbene nelle navi americane sia rilevante,
ha potuto constatare che il tiro non è del tutto agevole andando a velocità
superiori a 15 nodi e nelle condizioni di mare dell’ordinario
alisèo; quindi, raccomanda di sistemare i
cannoni, specialmente quelli prodieri, più alti che possibile sul livello
del mare.
E’ strano che l’ammiraglio Evans raccomandi di sistemare alcuni pezzi
antitorpedinieri sul cielo delle torri più
elevate da 305, perché, sebbene lo abbiano fatto anche gli inglesi nel loro
Dreadnought, tale sistemazione non è da ritenersi la migliore, a causa della
poca protezione conferita a questi pezzi.
L’ammiraglio Evans ritiene, ed in ciò concordiamo pienamente con lui, che,
ad eccezione delle navi ammiraglie, nessuna altra unità debba essere più
fornita di altri palchi di comando e di casotti volanti che costituiscano
delle sistemazioni inutili e dannose in combattimento. Egli è d’avviso che
le navi da battaglia dovrebbero essere sempre governate dalla torre di
comando – ma conviene però che questa importante stazione di comando
dovrebbe essere più ampia, per permettere il governo della nave in ogni
condizione di tempo; dovrebbe
avere la forma ellittica e disposta in posizione tale da permettere la
visibilità della nave e del mare da ogni lato. Lamenta giustamente la
piccolezza delle odierne torri di comando, che non possono contenere tutte
quelle persone, che devono stare sempre a fianco al comandante supremo.
Il rapporto raccomanda l’adozione degli alberi militari a traliccio, perché
più pratici e meno pericolosi in battaglia. Riguardo alla propulsione delle
navi, l’ammiraglio è d’avviso che l’adozione delle turbine deve essere
estesa a tutte le nuove navi, ma consiglia di non sacrificare a questo nuovo
sistema quelle qualità tattiche e di manovrabilità delle navi, che sono
sempre indispensabili, siano esse isolate o facenti parte di forze navali.
Seguono altre considerazioni di minore importanza che interessano quasi
unicamente la Marina nord-americana.
Blk-dck
L’ITALIA NAVALE
Home ◊
I libri ◊
I libri
inediti ◊
Gli articoli ◊
Gli
interventi ◊
Gino
Montefinale ◊
Biografia ◊ Contattaci |