Gino Montefinale:
Raccolta di articoli di storia, di radio, di mare

 

 

IL RAPPORTO DELL'AMMIRAGLIO EVANS


  

 

 Il duce della squadra americana dell’Atlantico, al termine della lunga crociera compiuta dalla sua squadra di colossi, ha inviato al Navy Department di Washington un interessante rapporto di navigazione, che può essere fecondo di utili ammaestramenti per tutte le marine d’oggigiorno, specialmente per gli utili consigli di cui abbonda riguardo alla costituzione delle squadre ed alla costruzione ed armamento guerresco delle varie unità.

Anzitutto, come frutto dell’esperienza fatta in questa grande crociera, egli raccomanda che le navi designate ad operare insieme, siano perfettamente omogenee, sia rispetto alle loro qualità tattiche che alle strategiche; ed a tal uopo, egli è d’avviso che la loro costruzione dovrebbe essere fatta, al minimo, in gruppi di quattro per volta. Riguardo all’altezza delle batterie di cannoni sul livello del mare, sebbene nelle navi americane sia rilevante, ha potuto constatare che il tiro non è del tutto agevole andando a velocità superiori a 15 nodi e nelle condizioni di mare dell’ordinario alisèo; quindi, raccomanda di sistemare i cannoni, specialmente quelli prodieri, più alti che possibile sul livello del mare.

E’ strano che l’ammiraglio Evans raccomandi di sistemare alcuni pezzi antitorpedinieri sul cielo delle torri più elevate da 305, perché, sebbene lo abbiano fatto anche gli inglesi nel loro Dreadnought, tale sistemazione non è da ritenersi la migliore, a causa della poca protezione conferita a questi pezzi.

L’ammiraglio Evans ritiene, ed in ciò concordiamo pienamente con lui, che, ad eccezione delle navi ammiraglie, nessuna altra unità debba essere più fornita di altri palchi di comando e di casotti volanti che costituiscano delle sistemazioni inutili e dannose in combattimento. Egli è d’avviso che le navi da battaglia dovrebbero essere sempre governate dalla torre di comando – ma conviene però che questa importante stazione di comando dovrebbe essere più ampia, per permettere il governo della nave in ogni condizione di tempo;  dovrebbe avere la forma ellittica e disposta in posizione tale da permettere la visibilità della nave e del mare da ogni lato. Lamenta giustamente la piccolezza delle odierne torri di comando, che non possono contenere tutte quelle persone, che devono stare sempre a fianco al comandante supremo.

Il rapporto raccomanda l’adozione degli alberi militari a traliccio, perché più pratici e meno pericolosi in battaglia. Riguardo alla propulsione delle navi, l’ammiraglio è d’avviso che l’adozione delle turbine deve essere estesa a tutte le nuove navi, ma consiglia di non sacrificare a questo nuovo sistema quelle qualità tattiche e di manovrabilità delle navi, che sono sempre indispensabili, siano esse isolate o facenti parte di forze navali.

Seguono altre considerazioni di minore importanza che interessano quasi unicamente la Marina nord-americana.

 

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L’ITALIA NAVALE, 1907


 

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