Intervento di presentazione del libro

L'ULTIMO TESTIMONE - GINO MONTEFINALE
 
al Lions Club Pisa, presso l'Hotel Duomo di Pisa il 28 settembre 2006

 

Quella che mi state offrendo è una gran bella serata amici Lions pisani.
Ed è, tra l’altro, una serata che mi inorgoglisce.
 
Ricordare Gino Montefinale;
ricordarlo, presentandolo ad un illustre consesso come Ultimo Testimone della nascita, dei primi vagiti e del trionfo della radiotelegrafia marconiana;
farla, questa presentazione, in questa cara Pisa che di storia, di arte, di sapienza e scienza è intrisa, è motivo di orgoglio.
 
All’orgoglio si mischia commozione.
 
Parlare della vita e dell’opera di un personaggio al quale sono stato e sono legato da legami parentali e da profondo affetto, converrete con me che può provocare commozione.
Una commozione che già altre volte ho vinto, sentendomi investito di una missione.
La missione di ricordare, di far ricordare un personaggio eccezionale. Eccezionale per intelligenza, scienza, sapienza, onestà, purezza di ideali.
Ciò che ormai ritengo una missione mi permette  di mettere anche voi a parte di riflessioni personali provocate in me, sin da giovinetto, da quell’argomento marconiano che mi lega ormai da un po’ di tempo anche con voi Lions pisani.
 
Oggi Pisa, un tempo gloriosa repubblica marinara, mi offre occasione di chiamare  “premessa” ciò che sto per dirvi; si tratta, ripeto, di riflessioni molto personali suscitate anche in tempi recenti da avvenimenti che pur se lontani, hanno la prerogativa di coinvolgere.
In questa nostra Pisa, per quello che è stata e per quello che orgogliosamente, nel tempo, intende conservare e tramandare quale culla di una gloriosa repubblica marinara, viene spontaneo considerare che la presentazione di questo Quaderno e di questo Personaggio, non poteva trovare luogo più adatto.
Questo luogo lo ha trovato  in prossimità dell’Arno alla cui immediata foce di allora, gettarono le ancore galeoni possenti e paranze, paranzelle, bragozzi, chiatte e feluche.
La presentazione di questo Quaderno e di questo Personaggio, avvenendo in un luogo storicamente e gloriosamente marinaro offre degli elementi su cui mi è caro ritornare a riflettere anche per far riflettere.
Questi sono gli elementi per riflettere:
                              
- la nave;
- il mare;
- la libertà.
 
Per convinzione profonda non solo mia, sono la nave, il mare e la libertà i tre elementi che costituiscono nella storia del mondo l’idea della civiltà.
Attraverso il mito della nave è stato raccontato il modo in cui si sono sviluppate le civiltà del mondo.
Ma non solo:
il mito della nave è legato al sentimento della libertà fin dall’alba della nostra cultura;
l’Iliade è il poema della terra, la terra solcata dai carri guerrieri e dagli uomini che si combattono.
L’Odissea è il poema del mare, della conoscenza della libertà che cresce navigando e nell’incontro, tra culture diverse.
Dalla letteratura alla storia.
Dalla storia: il primo grande nemico della civiltà occidentale è la Persia che minaccia la democrazia di Atene.
La Persia è terra, è violenza dittatoriale;
Atene è aperta al mare, è libertà.
 
Anche in tempi recenti, dal mare, all’Italia aperta al mare, da una Terra lontana scoperta attraversando il mare, è giunta la libertà.
 
Nel mare la libertà.
 
La libertà culla della cultura, delle scoperte, delle scienze. La scienza con le sue “onde” marconiane, che  diffondono le conoscenze attraverso gli spazi sino allora silenziosi, muti. Le onde elettriche che offrendo la conoscenza, la fa crescere, la diffonde, l’amplifica promovendo di conseguenza la libertà.
 
Sul mare, sulle  navi che l’hanno solcato e vinto è nata la libertà.
 
Pisa, con il tempo non più repubblica marinara, tramite la sua marconiana Coltano ha irradiato negli spazi onde elettriche, ha potuto mantenere ed oggi intende rinverdirle, le sue storiche, antiche prerogative di apertura al mare e quindi alla libertà.
 
Pur se inconsciamente, guidato da queste riflessioni che sono, forse un po’ filosofiche, ma certamente e soprattutto anche sentimentali, ho ascoltato a suo tempo e riascoltato recentemente l’Ultimo Testimone.
 
Componendo il Quaderno che mi è offerta occasione di presentarvi, ho “riascoltato” raccogliendo e riunendo, l’essenza del racconto di quella grande e affascinante avventura.
Di quell’avventura marconiana che è anche marinara, sognata da un ragazzo, vissuta da uno studente, studiata da uno scienziato, narrata da un umanista.
 
Poi, dopo questa “premessa”, ecco gli accadimenti recenti che desidero raccontarvi. Essi hanno provocato la nascita e poi la stesura del Secondo Quaderno Marconiano che oggi sono stato chiamato a presentarvi. Quegli accadimenti  che ho ritenuto adeguati come “presentazione” riportandoli anche nel Quaderno,  oggi, in questa serata per me indimenticabile, desidero raccontarveli, leggendoli ad alta voce.
Gli accadimenti sono stati questi:
 
 “nella serata di plenilunio del 31 luglio di due anni fa, sulla suggestiva Piazza di San Pietro in Portovenere, promossa dall’Amministrazione Comunale e dalla Pro-Loco locale, ebbe luogo la presentazione del libro:
“Gino Montefinale – Un ragazzo di Portovenere”.piazza San Pietro a Portovenere
Ad ascoltare la presentazione, accorsero numerosissimi  portoveneresi  guidati dal loro Sindaco.
Accorsero anche alcuni ospiti del Borgo; tra questi, con Signora, il  pisano vostro (da tempo anche un po’ mio) dottore in medicina Roberto Spisni.
La presenza di questo dott. Spisni ha provocato la nascita del Quaderno che sono qui a presentarvi.
 
Perché vi chiederete?
 
Perché il dott. Spisni, all’epoca, era presidente del Lions Club di Pisa, e i Lions pisani, sempre all’epoca, erano (e sono tuttora rimasti) interessati al progetto di “rinascita” museale della gloriosa Stazione radiotelegrafica pisana di Coltano.
Ed allora?
Ed allora, ecco: 
la Stazione radiotelegrafica ultrapotente di Coltano, attrezzata negli anni ’30 con apparecchiature Marconi, fu realizzata sotto la direzione tecnica dell’ing. Gino Montefinale, all’epoca, capitano di vascello della Regia Marina e capo del Servizio Radio presso il Ministero delle Telecomunicazioni.
 
Questa notizia il dott. Spisni l’apprese leggendo il libro anzidetto. E senza porre tempo in mezzo ecco che il dott. Spisni corre alla Pro-Loco di Portovenere, parla con la generosa dotta Giuliana Calvellini Barsanti, ultima battagliera storica del Borgo rimasta; chiede ed ottiene notizie dell’autore di quel libro presentato e dopo, appena rientrato a Pisa dalle vacanze portoveneresi, ecco il primo contatto con l’autore; ecco l’idea; ecco lo stimolo; ecco questo Quaderno.
 
Raccolse il dott. Paolo Stefanini la “campana” di presidente Lions di Pisa, lasciata per statuto dal dott. Spisni al termine del mandato;
la raccolse  trovandovi… attaccata “l’idea”.
E Stefanini, l’idea non la “staccò”, non la abbandonò, anzi con identico vigore, con entusiasmo giovanile fece intravedere il possibile traguardo  dichiarando la linea che, tra l’altro, il suo programma intendeva seguire:
 
ERA  NEL  PROGRAMMA STEFANINI 
LA  MEMORIA
 
Memoria di fatti, di personaggi, di luoghi, di scritti, di opere troppo fugacemente e spesso colpevolmente dimenticati.
Desiderio di ricordare e di far ricordare ciò che ha onorato questa nostra Patria.
Dopo Stefanini, ecco sorgere l’attuale presidenza dell’avv. Michele Barbieri.
Ci sono encomiabili, rare, preziose continuità di azione e di idee nei Lions pisani.
Michele Barbieri, non molla, rischia (sappiamo quanto si rischia andando in stampa) e avvalla con calore l’iniziativa marconiana dei predecessori.
Ed è nato un qualche cosa che io da tempo chiamo “memorie… senza fili”. Memorie… senza fili sono per me infatti il ricordo dei primi  e dei successivi passi  della radiotelegrafia che l’ Ultimo Testimone ha avuto modo di farmi conoscere: frequentandolo, ascoltandolo, leggendolo.
 
L’ Ultimo Testimone che vi presento è GINO MONTEFINALE.
 
I documenti autentici che nel Quaderno oggi presentato per benemerita iniziativa si è inteso raccogliere collegandoli con filo logico e temporale tra di loro, sono parte significativa di una notevole quantità di scritti che, attestando la nascita e la crescita di Montefinale, uomo di mare e di scienza, si ritiene possano indicare anche e soprattutto, le sue predisposizioni intellettuali e le sue scelte tecniche, scientifiche ed anche umanistiche.
La vita di Gino Montefinale ebbe inizio a Portovenere, si è sviluppata in un lungo e proficuo arco di tempo che nell’intrecciato mondo del mare e delle onde elettriche si è distinto nei tre precisi periodi che metaforicamente, in questo Quaderno, abbiamo desiderato così definire:
 
innamoramento – fidanzamento – matrimonio.
 
Innamoramento, fidanzamento e matrimonio con
la radio di Guglielmo Marconi.
 
- L’innamoramento ebbe inizio con una visione;
 
- il fidanzamento con l’ingresso nel mondo della Regia Marina Militare;
 
- il matrimonio con l’addio alla Marina e l’inizio della collaborazione con l’Inventore.
 
In novantatre anni di vita, l’Ultimo Testimone, scrivendo e studiando e disegnando, ha lasciato tracce indelebili di:
arte marinara e militare, scienza delle onde elettriche, storia, panorami, scorci pittorici e mare.
un disegno di Gino MontefinaleMare appena increspato dal sopraggiungere della brezza di maestro o squassato da superbe tumultuose onde;
mare silenzioso guardiano di preziose memorie; mare di casa, di sottocasa-torre di Portovenere.
Portovenere primo e ultimo custode di un mondo che fu.
 
E’ gioia profonda mia, di sangue misto toscano e ligure, il poter affermare che Pisa, tramite la marconiana Coltano, è possibile intenderla idealmente gemellata, per mezzo di Gino Montefinale, con la meravigliosa, preziosa, tonificante Portovenere fedelissima Colonia Januensis
 
Pisa, ha un’altra splendida occasione per dimenticare…“le Melorie” e  rappacificarsi definitivamente con Genova.
               
Concludo.
 
Con gioia, appassionandomi,  ho curato la preparazione di questo secondo Quaderno marconiano del Lions Club pisano, il cui autore è indiscutibilmente, “L’ultimo Testimone” -  Gino Montefinale.
E’ stato il mio infatti, in prevalenza, un lavoro di ricerca, di scernita, di assemblaggio e raccordo di suoi scritti, documenti, opere che come fine esclusivo ed ultimo ha avuto quello di sottolineare la autenticità del titolo che è stato dato a questo volume.
Con questo lavoro mi è stata nuovamente offerta la possibilità di immergermi (fino al collo) in quel mondo fantastico che sino ad allora “stagno silenzioso”, dopo, ha parlato, captando e sprigionando quelle “onde” portatrici di messaggi, musica, scienza, progresso, conquista, libertà.
 
Un grazie caloroso allora debbo a coloro che mi hanno offerto questa possibilità.
Pur avendoli già nominati,  intendo ricordarli ancora seguendo l’ordine anche temporale con il quale sono “apparsi” sulla mia strada:
 
Il primo ad apparire è stato Roberto Spisni; infaticabile… persuasore, e ricercatore, ed uomo del “fare” (non delle chiacchiere), E’ un marconiano fedele ed entusiasta Spisni; con un grande abbraccio è stato accolto e si intende trattenerlo a vita, quale membro illustre, nella famiglia dei marconiani doc.
 
E poi di seguito, nell’ordine, ecco Paolo Stefanini, uomo dal fiuto acuto che da idealista ha sviluppato “la memoria” e da sapiente umanista ha intravisto in questo Ultimo Testimone, anche i tratti dello scrittore, dell’artista… dell’ umanista.   Stefanini - Noceti - Spisni
 
Ed ecco poi, anche per logica gradualità, l’attuale  presidente, l’avvocato Michele Barbieri.
Barbieri, sulla mia strada, l’ho intravisto avvolto da lieve foschia.
Mi è giunto come  eco il suo corretto, dotto,  parlare. Ho captato le sue idee “di rimbalzo”: le ho udite però chiaramente.
Michele Barbieri mostra di credere nelle cose in cui noi crediamo, mostra di agire con coraggio per affermare la vitalità e la validità  dei vostri ideali societari che, tra l’altro, intendono ridare visibilità ai personaggi ed agli accadimenti che hanno illuminato e Pisa e la nostra Patria. 
 
Sulla mia strada marconiana, però, apparve per primo Gino Montefinale.
Anche oggi, in questa occasione, dinanzi a un consesso illustre motivato da allettanti traguardi,  mi si offre la possibilità di esprimere un grazie nostalgico a Lui: magnifico, indimenticabile personaggio che anche da “Ultimo testimone” è riapparso  nel mio divenire portandomi serenità e… sapere.
Montefinale, con un solido “mattone” che è divenuto Quaderno, lo vedo idealmente  proteso alla ricostruzione della pisana Coltano.
Mi auguro che questo “mattone-Montefinale” riesca a gemellare Coltano con Portovenere, nel nome di Marconi.
Lions pisani vi indico un altro traguardo:
Il gemellaggio di Coltano con Portovenere. Raggiungetelo. 
 
E, finisco:
 
- grazie agli Ospiti illustri che sono qui convenuti;
 
- grazie caloroso, cordiale, commosso a voi Lions pisani che mi avete ospitato. Voi, Lions pisani siete ormai diventati miei carissimi amici.