Intervento di presentazione del libro

BAGNI DI CASCIANA 1939 - 1944 
il 28 dicembre 2004 a Casciana Terme

Vi saluto egregi concittadini e cari amici.
E’ tempo di auguri e quindi ai miei saluti aggiungo i miei auguri più cordiali.
 
Per un attempato cascianese quale io sono, in occasioni come questa, non è facile  parlare senza mostrare commozione.
E’ molto più facile parlare ad estranei che a persone conosciute e amiche; può sembrare assurda e incomprensibile questa mia affermazione, ma questa, almeno per me, appare la realtà.
 
Parzialmente mi da calma (calma per modo di dire) la certezza che oggi, in questa sala, non siete venuti per ascoltare me, do infatti per scontato che in questo luogo, oggi, siete venuti perché attratti dal titolo… “d’epoca” del  libro che la nuova associazione cascianese “Idee in movimento”  ha inteso presentare, sponsorizzando e assumendo gli oneri per la sua stampa.
Ed allora, con calma, per calmarmi, mi dico:
questi concittadini e amici sono venuti per ascoltare argomenti d’epoca…argomenti di fine anni trenta; inizio anni quaranta. Argomenti, per Casciana, di un’epoca d’oro; epoca di entusiasmi; ma anche epoca di delusioni; epoca di sofferenze; epoca di dolore; epoca di rinascita;
 ma, per molti di noi, epoca di giovinezza,  e, per molti di voi, epoca da scoprire.
E, come me, anche voi, amici e compaesani desiderate sentir parlare del passato. Questo nostro passato desiderate conoscerlo, desiderate comprenderlo.
Però, metto le mani avanti, non me ne vogliate, oggi questo vostro desiderio, non riuscirò ad soddisfarlo con questo mio intervento. Questo mio intervento  non può e non deve essere una conferenza.
Occorrerebbe non un intervento ma una lunga, lunghissima conferenza infatti per raccontarvi di quel passato e di quell’epoca, e le conferenze non sono da me. Non sono da me perché, con il mio parlare, da sempre, non amo dilungarmi troppo; resto della convinzione che gli interventi per essere ascoltati debbono essere brevi.
E questa mia di oggi non sarà dunque una conferenza,  sarà una chiacchierata, un intervento-chiacchierata breve ed essenziale.
Essenziale, perché, per esempio, sento il desiderio di dirvi, che la mia commozione con la mia gioia, oggi, in questo momento, nascono dal fatto che a parlare in pubblico nel mio paese natale, davanti ad una platea cascianese, è, se non la prima, senza dubbio la seconda volta.
Alcune volte invero, anche recentemente, ho parlato per commemorare personaggi scomparsi; ho parlato dal…pulpito della nostra Chiesa. Ma quelle volte, in Chiesa, ero solo commosso; oggi, è tutto diverso, oggi sono anche contento.
 
E vi dirò della mia contentezza.
La mia contentezza debbo anzitutto manifestarla ringraziando questa novella Associazione culturale che, di getto, senza tanti ripensamenti, ha  preso questa iniziativa. La ringrazio perché lo scritto che ha scelto è mio. La ringrazio perché lo scritto che ha scelto è di un cascianese.
 
Vi ho detto che sono contento; non ho finito, ora, subito, desidero continuare a dirvi il perché.
 
Sono contento,  perché la novella Associazione culturale cascianese “Idee in movimento”, ha scelto come suo primo atto costitutivo o inaugurale la presentazione di un libro. Oggi si parla molto e si scrive poco; principalmente si legge poco. A questa scelta quindi attribuisco  un significato intellettuale ed anche morale di notevole importanza e di grande valore, anche didattico. Esso, lo affermo a tutte lettere, illumina Casciana e illumina la strada dell’avvenire di questa Associazione.
 
Ancora vi dirò che sono contento  perché la scelta inaugurale di questa novella Associazione, è anticonformista. Anticonformista nel senso che per la prima volta in questo benedetto nostro paese (penso veramente che sia la prima volta) si è avuto il coraggio di presentare uno scritto, un libro che tra l’altro parla anche di personaggi (siano essi giudicati positivi o negativi) scomodi, dimenticati ed anche derisi.
Ma che personaggi, piaccia o non piaccia sono stati. E qualcuno di questi personaggi, per esserlo, si è sacrificato ed ha sofferto.
 
E la mia contentezza si esalta ancora perché questa scelta inaugurale consente di ricordare l’immagine antica di questo nostro paese termale e agricolo dedicato in toto, allora, all’accoglienza; accoglienza in ambienti bianchi… di bucato; verdi… di campagna; silenti tra lo stormire di fronde, frinire di cicale, gri-gri di grilli, canti di assioli e gorgheggi di usignoli.
la Piazza delle TermeAllora, a Casciana, c’era il Paradisi con il suo esclusivo carretto con le “seme”, i “bocconi”, i “mangia e bevi”;
allora a Casciana c’era Arturone che, edicola vagante, vendeva i giornali del mattino e della sera caracollando a grandi passi e urlando “i titoli” in mezzo alla gente;
a Casciana, allora, al Caffè delle Terme suonavano, senza rimbombanti altoparlanti, discrete orchestrine. E dalla Piazza, allora, erano banditi i giochi chiassosi dei “ragazzi” e le campane, del caro  nostro  Arciprete Eugenio Mori, erano suonate a mano, dal Rosso.
c’erano le sfilate di sedie davanti agli alberghi cascianesi; gli Ospiti vi sedevano chiacchierando e, frescheggiando, ammiravano il passeggio.
 
Poi a Casciana, allora, dopo un po’, arrivarono i tedeschi. Con loro arrivarono le ombre, ombre lunghe, marcate, fredde; e con loro arrivarono le notizie dolorose. Arrivò anche e soprattutto la guerra. E ci furono morti, distruzioni, angoscia e sgomento.la banda militare "Hermann Goering" schierata sulla Piazza delle Terme tiene un concerto per i feriti dell'ospedale militare tedesco, 1944
Poi, dopo la guerra, anche a Casciana arrivò la democrazia e il podestà fu sostituito dal sindaco. Le decisioni univoche furono sostituite dalle decisioni assembleari. 
 
 
Non sono qui per leggervi o riassumervi il contenuto del libro che si presenta. Il libro è stato stampato perché sia letto. Quindi stop ai contenuti, diamo il via alla sua presentazione.
Eccola:
 
Vi chiederete:
perché, nell’anno di grazia 2004, si è voluto dar vita a questa nuova edizione di un libro che vide la luce  nel febbraio 1997?
Per uniformarmi alla vulgata potrei rispondere:
- per commemorare il sessantesimo anniversario del passaggio della seconda guerra mondiale a Casciana e quindi la conseguente sua liberazione.
No, non è questo il motivo, se lo affermassi vi direi una solenne bugia e, desidero affermarlo con forza, oggi non è più  tempo di bugie.
Di silenzi e bugie sono ahimè pavimentati i “sentieri” della nostra storia patria. I silenzi e le bugie hanno allevato nell’ignoranza pressoché totale della storia del proprio paese intere generazioni di giovani che oggi, di fronte a notizie, conferme, scoperte, spalancano gli occhi lanciando sguardi increduli e spesso ironici.
 
Invece, per dire tutta la verità e nient’altro che la verità (io devo cercare di farlo per primo), alla domanda iniziale debbo così rispondere:
- il sessantesimo anniversario del passaggio della  guerra a Casciana è stato il movente alla riedizione, movente nel senso che, in quell’occasione, nel luglio scorso, il mio libro edizione febbraio 1997, fu ricercato dal Sindaco prof. Biasci allora di recente eletto. Il Sindaco, dopo averlo trovato (per inciso non negli archivi né nella biblioteca comunali) mi risulta l’abbia letto e poi richiamato nel suo intervento pubblico commemorativo dell’anniversario;
- così dicasi per la commemorazione giornalistica che il 6 settembre ultimo scorso La Nazione, per lo stesso motivo,  intese pubblicare con uno speciale inserto riportante articoli ed interviste di notevole interesse anche storico e di costume. In quell’inserto, il cronista cascianese  Giuseppe Pino, con un suo scritto, ebbe la bontà di riportare  integralmente frasi e testi e del mio libro e di quello titolato – Il mio amico Saueracker, ricordi della guerra tra le colline pisane – scritto e a me dedicato dal caro fraterno amico Pippo Sassetti (che è qui tra noi e che saluto calorosamente, abbracciandolo).
 
Visto l’interesse suscitato in quel preciso momento (ripeto, nel luglio scorso), non prima, ecco che mi è prepotentemente sorto il desiderio di riprendere il mio libro, di rileggermelo e… di parlarne con amici. Poi… la stampa e l’onore di vederlo presentato da giovani belle fanciulle cascianesi, in questo grande magnifico nostro salone che io, vecchio testardo, desidero sempre chiamare con il suo antico nome: Casinò delle Terme.  
 
Il libro che ho scritto e vi è presentato non vuole assolutamente apparire un libro di storia, è in realtà un libro  di cronaca anche autobiografica. Cronaca di un’epoca e di avvenimenti vissuti da me in prima persona e, ne sono certo, dalla stragrande maggioranza dei nostri concittadini.
 
Questa nuova edizione del mio libro è, rispetto alla precedente, riveduta, integrata e corretta. Ciò è avvenuto a seguito di ricerche di approfondimento compiute, ma anche ascoltando e rendendo pubbliche le testimonianze di lettori che con me hanno tenuto contatti e corrispondenza.
 
Ultimi, ma non secondari motivi che hanno suggerito la pubblicazione di questa nuova edizione:
- riunire in unico volume  ciò che sino ad oggi è apparso in due (v. “Antologia cascianese”);
- dare, con la stampa, adeguata veste a ciò che nella edizione precedente, computerizzato e fotocopiato, appariva ed era “casereccio”;
- ottenere la più ampia divulgazione possibile  ad un libro che, di Casciana e del suo popolo, tratta e memorizza un periodo storico di rilevanza notevole anche per quanto relativo alla sua natura termalistica e di accoglienza.
 
 
 
Anche questa edizione, ho inteso dedicarla  alla memoria di mio padre, ultimo podestà di Bagni di Casciana. le autorità civili e militari presenziano alla sfilata degli allievi ufficiali della Scuola Militare di Lucca, 1940
 
Questa dedicazione ha significati anche affettivi che voi ben comprenderete, ma uno su tutti è quello che desidero evidenziare;
questo significato oggi  intendo sottolinearlo con matita rossa e con forza; è questo:
l’impegno personale, senza compenso alcuno e senza arricchimento alcuno, che alcuni uomini, nell’interesse di Casciana e della sua popolazione, seppero con sacrificio e notevole rischio prestare in quelle ore difficilissime, dove l’equilibrio, l’intelligenza, il senso di responsabilità, la dedizione al prossimo e la Fede nel Signore Dio nostro, erano gli unici mezzi disponibili  per cercare di garantire con onore e dignità la sopravvivenza di tutti.
 
Qualcuno di recente, celebrando il sessantesimo anniversario della liberazione, ha scritto:
 
“Oggi, non possiamo condividere ma comprendere chi combatté dalla parte avversa con sacrificio anche della vita, purché si riconosca quella parte come sbagliata.”
 
Già da tempo molti storici illustri e illuminati sostengono che “quella parte sbagliata”, ove poté e volle, salvò paesi, persone, la Patria dall’aggressione crudele e furibonda del nazismo agonizzante. Bagni di Casciana, condotta in quel difficile momento con intelligenza ed equilibrio fu un “frammento d’Italia” salvato dalle sempre possibili feroci rappresaglie delle SS di Hitler; rappresaglie molto spesso provocate da inconsulte azioni di guerriglia.
 
 
E… C O N C L U D O
 
 
…mi auguro che il mio libro possa far riflettere.
Le riflessioni che il mio libro ha la pretesa di sollecitare credo che possano dare gli auspicati buoni risultati, solamente se umilmente (ripeto umilmente), noi tutti, consideriamo la nostra persistente, eterna umana  fragilità.
Fragilità  che spesso, troppo spesso ahimè, si mostra disposta a subire il fascino di allettanti, effimere ideologie, vendute come toccasana, come soluzioni ottimali ai molti problemi che ci affliggono.
Da allettanti “sirene” dispensatrici di umane ideologie chiamate sociali, solidaristiche, pacifiste, affermanti uguaglianza e giustizia, e da altre ideologie considerate grandemente patriottiche e fortemente nazionalistiche, molto spesso e in buona fede, furono attratti i nostri padri e poi, dopo, molti di noi. Ciò è avvenuto nel passato ormai remoto ed anche  nel passato recente; in verità avviene, può avvenire, sta avvenendo anche oggi.
Siamo fragili, carissimi.
E poi, noi toscani, facilmente ci entusiasmiamo e… tendendo agli estremi, corriamo dietro bandiere che in fondo, alla fine, molto spesso si sono rivelate e si rivelano sbrindellate, lacere e fasulle.
La storia, nel nostro caso la cronaca, del passato anche “di regime” del nostro paese, dovrebbe essere di insegnamento. Ecco perché è bene conoscerla e divulgarla.
Divulgarla con sincerità e con pacatezza;
oggi la si può divulgare con sereno distacco, e, se vogliamo, anche senza l’odioso rancore retaggio di lotte superate e assurde;
sono passati sessant’anni. 
Chi è sopravvissuto e  racconta, è nonno. Nei nonni, un tempo lo si affermava, esiste la saggezza.
E allora… e allora…“Il nonno racconta”; lo afferma il nostro pittore Gian Piero Del Picchia – Il bagnaiolo – con il magistrale, poetico schizzo da lui ideato e tracciato che appare sulla copertina del libro che mi auguro vogliate leggere a “veglia” così come a veglia un tempo i nonni  raccontavano.
 
E agli insegnanti delle nostre scuole mi permetto  dire: leggete anche voi, se non a veglia, certamente in un’ora mattutina. Leggete e ricordate  ai vostri alunni la nostra vicenda, la vicenda di una Casciana d’epoca che è stata senza ombra di dubbio irripetibile e, nel bene e nel male, affascinante.
 
Oggi che sono nonno, ho potuto raccontar-scrivendo di una Casciana di sessant’anni fa.
Leggete il mio racconto.
 
Vi ringrazio cari amici e compaesani. Con il libro che ho scritto, spero di aver fatto anch’io  qualche cosa per il mio paese.
E’ un’illusione? L’obbiettivo era quello.
A voi il giudizio;
il vostro giudizio però, lo potrete esprimere dopo che  mi avrete  letto; non prima.
Grazie, di nuovo auguri. Vi abbraccio tutti.

 

 

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