| Questo mio scritto è stato strappato, estorto, dalle 
		insistenti continue sollecitazioni di cari amici, dei miei figli, dei 
		miei nipoti (in particolare di Anna Carla dei Sala in Viberti), di mia 
		moglie. E’ un memoriale, ovvero intenderebbe esserlo. Non è un racconto, 
		non è romanzo, non è storia. E’ la narrazione, scombinata, di un altro 
		mondo.Del mondo che tutti noi abbiamo fanciullescamente sperato non finisse 
		mai. Che non finisse come vorremmo succedesse per la giovinezza, che non 
		finisse come “i nostri cari”, come quel mare, quegli scogli, quel 
		silenzio, quella civiltà, oggi sistematicamente offesi dalla moltitudine 
		inconsapevole che invade, senza vedere, capire, amare.
 Ecco perché questo mio scritto ho desiderato dedicarlo ai 
		“conservatori”.
 Ai conservatori che, credetemi, nonostante “la moda” e i falsi pudori,  
		tutti noi - esuli dalla “colonia portovenerese”-  siamo.
 Ai cosiddetti progressisti (nonostante l’età avanzata non sono ancora 
		riuscito a capire cosa adorano, cosa vogliono) lasciamo, abbiamo 
		lasciato “la Villa”, perché quel nostro mondo, in quella Villa, non 
		c’era più. Intuimmo che non era più il nostro, non ci sentivamo e non ci 
		sentiamo più suoi abitanti, gli abitanti di quella “colonia” 
		meravigliosa che ha saputo riunire tante persone simili e 
		contemporaneamente diverse.
 Simili nei gusti, nei desideri, nei sogni. Diversi nelle attività, negli 
		obbiettivi, nelle idee.
 Arrivarono i “barbari”, le legioni poste a difesa dei sacri confini non 
		seppero, non intuirono quali strategie seguire per contrastare 
		l’invasione. Le legioni furono sommerse, annientate. Con il raggiro? Con 
		il denaro? Con l’astuzia? Senza dubbio con armi a noi sconosciute, 
		volutamente sconosciute.
 Ognuno di noi rifletta. Questo memoriale mi auguro possa servire anche a 
		questo.
 Ma, principalmente, questo memoriale desidererei facesse tornare ognuno 
		di voi che mi leggete, venti, trenta anni indietro. Vi facesse 
		riassaporare quel mondo scomparso, rivedere quelle Persone, quei luoghi 
		come erano, quel mare pulito, la “terrazza”, la nostra giovinezza.
 Ai “conservatori” sconfitti, ma non domi, offro con tutto il cuore, 
		l’opportunità di ricordare.
 Dalla campagna toscana con nostalgia di quei tempi, il vostro Paolo
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