copertinaSILENZIO... C'ERA UNA VOLTA PORTOVENERE

1999

In copertina la foto scattata dal primo piano della Villa D’Ottone che mostra l’accesso alla “terrazza” con il “Comandante” nella sua caratteristica posizione di riposo e di... contemplazione.

 

stampato da Tipografia Fracassi (Casciana Terme)

 
 

Questo mio scritto è stato strappato, estorto, dalle insistenti continue sollecitazioni di cari amici, dei miei figli, dei miei nipoti (in particolare di Anna Carla dei Sala in Viberti), di mia moglie. E’ un memoriale, ovvero intenderebbe esserlo. Non è un racconto, non è romanzo, non è storia. E’ la narrazione, scombinata, di un altro mondo.
Del mondo che tutti noi abbiamo fanciullescamente sperato non finisse mai. Che non finisse come vorremmo succedesse per la giovinezza, che non finisse come “i nostri cari”, come quel mare, quegli scogli, quel silenzio, quella civiltà, oggi sistematicamente offesi dalla moltitudine inconsapevole che invade, senza vedere, capire, amare.
Ecco perché questo mio scritto ho desiderato dedicarlo ai “conservatori”.
Ai conservatori che, credetemi, nonostante “la moda” e i falsi pudori,  tutti noi - esuli dalla “colonia portovenerese”-  siamo.
Ai cosiddetti progressisti (nonostante l’età avanzata non sono ancora riuscito a capire cosa adorano, cosa vogliono) lasciamo, abbiamo lasciato “la Villa”, perché quel nostro mondo, in quella Villa, non c’era più. Intuimmo che non era più il nostro, non ci sentivamo e non ci sentiamo più suoi abitanti, gli abitanti di quella “colonia” meravigliosa che ha saputo riunire tante persone simili e contemporaneamente diverse.
Simili nei gusti, nei desideri, nei sogni. Diversi nelle attività, negli obbiettivi, nelle idee.
Arrivarono i “barbari”, le legioni poste a difesa dei sacri confini non seppero, non intuirono quali strategie seguire per contrastare l’invasione. Le legioni furono sommerse, annientate. Con il raggiro? Con il denaro? Con l’astuzia? Senza dubbio con armi a noi sconosciute, volutamente sconosciute.
Ognuno di noi rifletta. Questo memoriale mi auguro possa servire anche a questo.
Ma, principalmente, questo memoriale desidererei facesse tornare ognuno di voi che mi leggete, venti, trenta anni indietro. Vi facesse riassaporare quel mondo scomparso, rivedere quelle Persone, quei luoghi come erano, quel mare pulito, la “terrazza”, la nostra giovinezza.
Ai “conservatori” sconfitti, ma non domi, offro con tutto il cuore, l’opportunità di ricordare.
Dalla campagna toscana con nostalgia di quei tempi, il vostro Paolo

INDICE                                                                                                              
 

Presentazionela punta di San Pietro in un dipinto di Gino Montefinale
La prima volta
La seconda volta
La terza volta
Perché Portovenere
Il trasloco dal Cavo a Villa D’Ottone
La Villa D’Ottone 
Estate 1962
I turni di… ferie
La Tata
I Saccardi
I Bottazzi e i Biagi
I Rocchi
I Sala e i Viberti
Angiugifra e Velella
Gli Gnetti e gli Ulgiati
La signora Borghi
Flash:- Francesco - Le veglie - I bagni - Al Tino, al Tino - Settembre
8 settembre, la Madonna delle Grazie
13 settembre, San Venerio
20 settembre, la vendemmia
Leccornìe
Tramonto

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