Casciana
invoglia a scrivere. Anche d’estate, quando la calura imperversa, il mio
piccolo angolo di lavoro che guarda Parlascio mi chiama, spesso... a
scrivere.
Forse mi chiamano “le memorie” che innumerevoli, in parte appese ai muri
della stanza, mi guardano e mi parlano. Forse sono i libri che rivestono
per intero una delle due pareti più lunghe del locale/studio. Mi chiama
senz’altro il silenzio dell’orto, del nostro/mio grande “orto”
ottocentesco che racchiude i segreti della mia fanciullezza. Il suo
silenzio solo a momenti è rotto dall’abbaiare del buon cane Ghigo.
Poi il suono delle campane della chiesetta di Parlascio che raggiunge
Casciana portato dal vento di maestrale. E’ un suono riposante, perché
lontano e ovattato, breve.
Questa raccolta di miei scritti, alcuni dei quali già pubblicati sul
periodico di Ugo Fracassi “Nuova Casciana”, l’ho voluta intitolare
ANTOLOGIA CASCIANESE, perché?
Perché uno dei miei desideri primari rimane quello di tramandare
ricordi, attività scomparse, impressioni, avventure, personaggi,
paesaggi del mio luogo natio o comunque ad esso legati che, altrimenti,
come cento, mille altre cose, il tempo e la smemoratezza umana farebbero
scomparire nella nebbia dei tempi.
E’ certamente la perduta giovinezza che invoglia a ricordare e
tramandare ma, perdonate questo “sfogo”, è anche e forse soprattutto,
quel tipico, romantico amore che, nonostante le notevoli delusioni,
nutro ancora per il mio Paese.
Debbo aggiungere che scrivo anche perché coloro che hanno avuto la bontà
di leggere i miei precedenti scritti, hanno formato coorte ed
hanno insistito sino allo spasimo perché continuassi a scrivere
Scrivo, ho scritto, continuo a scrivere anche per loro quindi. Non solo
perché mi piace, non solo perché lo scrivere più di ogni altra cosa
riesce a riempire le mie giornate cascianesi e non solo per ricordare.
Pubblico questa mia raccolta di scritti per LORO, che sono pochi ma,
fedeli, gentili e amanti del loro Paese. Sono anche di buon palato,
LORO, visto che apprezzano le mie opere (?).
E pubblico, con l’intento di devolvere il ricavato (se ricavato ci
sarà), alle Organizzazioni, alle Istituzioni, alle Iniziative paesane
che al momento opportuno cercherò di individuare come bisognose e
meritevoli, non solo di pecunia, ma di incoraggiamento. Incoraggiamento
ad insistere ad operare nonostante questo mondo appaia così poco
riconoscente e molto cinico.
Post scriptum
Questa “Antologia cascianese” vi accorgerete che è divisa in due
capitoli.
Uno, il primo, è l’Antologia cascianese vera e propria, l’altro, il
secondo, è un’Appendice ed una errata corrige al mio precedente libro
BAGNI DI CASCIANA 1939-1944.
Quest’appendice ed errata corrige è da tempo che ai miei cari amici
lettori sentivo di doverla. Doverla, per tre motivi ben precisi:
· informarli di ciò che il mio scritto di allora ha provocato in
chi con attenzione ebbe modo di leggerlo;
· dare soddisfazione a coloro che, leggendomi, si sentirono colpiti da
mie imperdonabili disattenzioni, superficialità, dimenticanze;
· integrare con testimonianze e sopravvenute ricerche ciò che, spesso
imperdonabilmente, il mio scritto di allora omise.
Il secondo capitolo di questo mio nuovo libro quindi, per comprenderlo
appieno, costringerà a riprendere in mano ed in parte a rileggere
il mio BAGNI DI CASCIANA 1939-1944.
Chissà, forse riaprendolo ed in parte rileggendolo, potranno venire alla
mente avvenimenti e/o notizie di interesse storico o storiografico
utili alla “memoria” dei cascianesi.
Mi auguro che ciò avvenga. Il nostro passato fu gioia, dolore,
entusiasmo, sacrificio, lavoro, impegno, speranza di un intero popolo.
Chi non sente il desiderio di conoscere e tramandare il “passato”
non ha “futuro”. E, attenzione, gli ultimi colpi di coda di ideologie
criminali, sconfitte dalla storia, hanno tentato e tentano con ogni
mezzo di farci dimenticare il passato o meglio di cancellare il passato.
Quello che loro vogliono, noi invece non lo vogliamo. Noi, io con voi,
vogliamo fortemente ricordare e fortemente tramandare la nostra civiltà
e la nostra storia.
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