Quello che troverete in questa raccolta di miei
scritti, è ciò che nel tempo ho composto, sotto forma di singoli
racconti, per memorizzare e ricordare di un'epoca: le abitudini, i
personaggi, gli atteggiamenti ed i modi di vivere che la mia memoria,
fin da bambino, ha mantenuto gelosamente nei suoi recessi più intimi.
C’è stata una prima edizione di questa raccolta. Fu prodotta nel 1996
seguendo il repentino affermarsi del computer; infatti a mezzo del
computer fu trascritta e poi fotocopiata in pochissimi esemplari. La
prima edizione di questa raccolta fu sponsorizzata dal Comitato
cascianese della Croce Rossa Italiana che manteneva presidente
l’infaticabile amico Lidamo Ciurli. Fu infatti del Ciurli la prefazione
di quella prima edizione.
Il ricavato netto ottenuto dalla vendita di quel volume fu devoluto
interamente alla C.R.I. cascianese.
Oggi questa nuova edizione che pomposamente dovremmo dichiarare
“seconda” è in realtà la “prima”. Prima edizione, perché questa si
presenta con la prestigiosa veste che la stampa dà a tutto ciò che ha la
fortuna o la possibilità di ottenerla.
Molta gente di Casciana, sia essa “stanziale” o …emigrata si
mostra interessata alla “memoria”. Memoria di tempi, luoghi, personaggi,
ormai lontanissimi. Lontanissimi perché allontanati dal procedere
irrefrenabile e tumultuoso di questi anni di crescita. A quella
gente, questa edizione che desidero chiamare novella, viene offerta.
Perché leggendo, la gente di Casciana riveda, riviva, ricordi, sogni e,
con me, …speri.
Prima, ai tempi di gran parte dei racconti raccolti in questo volume,
tutto procedeva lentamente e la lentezza consentiva di “osservare” con
calma e di “memorizzare” con precisione con il divenire delle giornate,
il profilo dei personaggi, il calore della vita sociale, il sapore dei
cibi, il nascere e il morire delle giornate, la preparazione alle
avventure venatorie.
Ottobre, per chi scrive, è stato ed è rimasto il più bel mese
dell'anno.
Certo, lo stimolo venatorio influenzò ed influenza questa preferenza; si
da per scontato che questo è l'argomento principe degli scritti
raccolti. Ma subito dopo e, credetemi, non molto dopo (mi auguro di
esservi riuscito) dell'ottobre si è cercato di cogliere gli aspetti
romantici dell'autunno cascianese: i paesaggi, i colori, gli odori, i
sapori, le attese, le veglie, le alzate mattutine.
Tutto ciò, in sintesi, che fa e faceva parte della civiltà cosiddetta
(spesso con ironia) contadina e che io desidero fortemente considerare
sacrosanta. Sacrosanta per rendere omaggio a coloro che la fondarono, la
vissero e la seppero tramandare; sacrosanta per onorare (mi tolgo il
cappello) tutti coloro che nel silenzio delle loro semplici e bellissime
unità familiari, ancora oggi riescono a vivere venerando il passato dei
loro padri.
Ormai, raggiunta una non più tenera età, dopo lunghi anni di vita
cittadina, rifugiato in un angolo di Toscana tra i più belli, riscaldato
dalla vicinanza di buoni parenti ed amici, guardo ciò che nasce e cresce
nel paese piccolo (Casciana) e grande (la Patria comune), spesso
sognando (utopisticamente?). Pur con la dovuta cautela, sento di poter
affermare che vedo ogni tanto sintomi premonitori di un lento ma
continuo risveglio al concetto di ESSERE.
Questi miei scritti hanno come primo intento quello di "soffiare" sulla
"brace" dell'ESSERE per far sprigionare la fiamma che unica ritengo
possa promuovere la rinascita.
Rinascita non in senso lato o limitativo, ma rinascita generalizzata di
quei sentimenti (sono stufo di sentirli chiamare valori) che con
orgoglio dobbiamo rivendicare come fondanti di quella meravigliosa,
intelligente, pulita “civiltà contadina”, che è stata il motore delle
generazioni che costruirono e guidarono quella “benedettissima” e per me
indimenticabile nostra Bagni di Casciana.
|