Ho avuto la fortuna di poter trascorrere accanto a
Lui giornate ed ore indimenticabili.
L’ho chiamato anch’io Comandante ma, soprattutto “nonno”. Il Comandante
infatti è stato il nonno dei miei figli.
Ma Lui, “nonno”, non è mai stato. Io con tutti di casa e con i
portoveneresi, l’abbiamo sempre visto e sentito “giovane” e nella figura
inconfondibile e nell’intelletto lucido e negli atteggiamenti,
contemporaneamente modesti e signorili.
E’ un debito che vengo a saldare in tarda età questo mio scritto. Un
debito soprattutto di riconoscenza per quanto il Comandante ha saputo
con il suo esempio e con i suoi insegnamenti donare.
Vengo anche a saldare un debito verso la cara cugina Bianca Raviolo,
portovenerese DOC che, non dimenticando mai la figura e l’opera del
Comandante, mi ha stimolato con delicati sentimenti perché io…
scrivessi.
Questo debito lo saldo con la collaborazione affettuosa e preziosa di
mia moglie Anna Maria che, da buona ultima figlia di Gino Montefinale,
mi ha aiutato nelle ricerche negli archivi di famiglia, ha suggerito
aneddoti, ricordato il suo vissuto in famiglia, ha saputo, questo nel
tempo, far amare a me ed ai nostri figli i…”caruggi”, il mondo
degli “scogli”, delle “calanche”, delle “isole” e del “mare” di
Portovenere.
Ricordando Gino Montefinale, accanto a Lui, desidero collocare la scià
Nina, la “nonna” Nina, che parte importantissima ha senza ombra di
dubbio avuto nel cammino “ad astra” del Comandante. La sua figura che
tenderebbe ad essere oscurata dalla predominante personalità del
“ragazzo di Portovenere”, si staglia invece con definiti, precisi
caratteri quasi a voler sottolineare ciò che le unioni “indovinate”,
serene, riescono a concepire felicemente.
Un uomo eccezionale non poteva non avere per compagna di vita una donna
eccezionale.
Occorrono fede, intelligenza, sottile intuizione, perspicacia, pazienza,
silenzioso operare ed anche senso dell’umorismo, per convivere con
persona in toto dedicata alla scienza, allo studio, al pensare.
Del Comandante, la scià Nina, è andata fiera sino alla fine dei suoi
giorni. E proprio sul finire dei suoi giorni, aiutata dal generoso
nipote acquisito Sergio Ulgiati, è riuscita a veder premiato il suo
caparbio impegno proteso a far vedere la luce all’opera ultima del suo
“ragazzo” ormai scomparso: Mondo senza fili.
E l’abbiamo ammirata, circondata da personalità illustri, eretta,
sorridente, serena, schiva, in piedi al centro del lungo tavolo della
sala consiliare del Municipio di Portovenere, presentare il “libro” che
idealmente e moralmente era ed è anche il suo libro.
Questa immagine che ha preceduto di poco il suo tramonto è con noi e, lo
desideriamo, con i portoveneresi veraci che ancora, pochi, rimangono.
Questa immagine sembra ammiccare:
una barca, due remi, un uomo, il mare... Lui, “Gino Montefinale”.
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