Nella
serata di plenilunio del 31 luglio 2004 sulla storica Piazza di San
Pietro in Portovenere, promossa dalla Pro-Loco locale, fu celebrata la
presentazione del libro “Gino Montefinale – Un ragazzo di Portovenere”.
Ad ascoltare l’autore che lo presentava, accorsero numerosissimi
portoveneresi doc guidati dal loro Sindaco da poco eletto con lista
civica. Accorsero anche alcuni ospiti del Borgo; tra questi, con
Signora, il pisano dottore in medicina Roberto Spisni.
La presenza di questo dott. Spisni, ha provocato la nascita di questo
scritto; perché? Perché il dott. Spisni, all’epoca, era presidente del
Lions Club di Pisa, e i lions pisani, sempre all’epoca, erano (e sono
tuttora rimasti) interessati al progetto di “rinascita” museale della
gloriosa Stazione radiotelegrafica di Coltano (Pisa).
Ed allora? Allora, ecco:
la Stazione radiotelegrafica ultrapotente di Coltano, attrezzata negli
anni ’30 (del 1900) con apparecchiature Marconi, fu realizzata sotto la
direzione tecnica dell’ing. Gino Montefinale, all’epoca, capitano di
vascello delle Regia Marina e capo del Servizio Radio presso il
Ministero delle Telecomunicazioni.
Questa notizia il dott. Spisni l’apprese leggendo il libro anzidetto. E
senza porre tempo in mezzo ecco che il dott. Spisni corre alla Pro-Loco
del Borgo, parla con la generosa dotta Giuliana Calvellini Barsanti,
ultima battagliera storica di Portovenere rimasta; chiede ed ottiene
notizie dell’autore di quel libro presentato ed ascoltato e dopo, appena
rientrato a Pisa dalle vacanze portoveneresi, ecco il primo contatto con
l’autore; ecco l’idea; ecco lo stimolo; ecco questo scritto.
Ha raccolto il dott. Paolo Stefanelli lo scettro di presidente Lions di
Pisa, lasciato per statuto dal dott. Spisni al termine del mandato; l’ha
raccolto trovandovi attaccata “l’idea”, e, non l’ha staccata,
abbandonata, anzi con identico vigore, con entusiasmo giovanile ha fatto
intravedere il possibile traguardo ed ha dichiarato la linea che, tra
l’altro, il suo programma intende seguire:
LA MEMORIA
Memoria di fatti, di personaggi, di luoghi, di scritti, di opere troppo
fugacemente e spesso colpevolmente dimenticate.
Desiderio di ricordare e far ricordare ciò che ha onorato questa nostra
Patria.
Ed è sorta “memoria…senza fili”, che è il ricordo dei primi e dei
successivi passi e della radiotelegrafia e, di conseguenza, dell’ Ultimo
Testimone della vita e dell’opera di Guglielmo Marconi.
L’ Ultimo Testimone è GINO MONTEFINALE
I documenti autentici che in questo volume, per benemerita iniziativa,
si è inteso raccogliere collegandoli tra di loro, sono piccola parte di
una notevole quantità di scritti che, attestando la nascita e la
crescita di Montefinale, uomo di mare e di scienza, si ritiene possano
indicare anche, soprattutto, le sue predisposizioni intellettuali e le
sue scelte tecniche, scientifiche ed anche umanista.
La vita di Gino Montefinale ebbe inizio a Portovenere, si è sviluppata
in un lungo e proficuo arco di tempo che nell’intrecciato mondo del mare
e delle onde elettriche si è distinto nei tre precisi periodi che
metaforicamente, in questo volume, abbiamo desiderato così definire:
innamoramento – fidanzamento – matrimonio.
L’innamoramento ebbe inizio con una visione; il fidanzamento con
l’ingresso nel mondo della Regia Marina Militare; il matrimonio con
l’addio alla Marina e l’abbraccio con Marconi.
In novantatre anni di vita, l’Ultimo Testimone, scrivendo e studiando e
disegnando, ha lasciato tracce indelebili di:
arte marinara e militare, onde elettriche, scienza, storia, panorami,
scorci pittorici e mare. Mare appena increspato dal sopraggiungere della
brezza di maestro o squassato da superbe tumultuose onde; mare
silenzioso guardiano di preziose memorie; mare di casa, di
sottocasa-torre di Portovenere. Portovenere primo e ultimo custode di un
mondo che fu.
E’ gioia profonda di chi scrive, di sangue misto tosco-ligure, il poter
affermare che Pisa, per mezzo della marconiana Coltano, è possibile
intenderla idealmente gemellata, per mezzo di Gino Montefinale, con la
meravigliosa, superba, tonificante Portovenere.
Pisa, ha una preziosa occasione per far dimenticare…“le Melorie” e per
rappacificarsi con Genova.
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