GINO  MONTEFINALE

I  MIEI  DISEGNI

 

 

(Raccolta curata da Paolo e Francesco Noceti)

 
 

Opera unica ritratta ad olio, da noi definita giovanile, mostra un vapore tra i flutti di mare mosso (prop. Francesco Noceti)

 

PRESENTAZIONE

 
 

Con “Gino Montefinale - Un ragazzo di Porto Venere” e “L’ultimo testimone – Gino Montefinale”, la sua biografia e la sua affascinante avventura marconiana.

Ma di Gino Montefinale con quegli scritti non è stato detto tutto.

Mancavano all’appello: “L’artista” e “Il giornalista”.

De “Il giornalista” è lasciato incarico ai nipoti di cercare e se possibile riprodurre, raccogliendoli, i suoi scritti giornalistici storici, di costume, di scienza di maggior valore e interesse.

In questo album impaginato, costruito… computerizzato da mio figlio Francesco, che abbiamo deciso di inserire sul mio sito Internet, ecco una  raccolta di suoi disegni che, presumibilmente incompleta, si ritiene tuttavia sufficiente a dare giustificazione a coloro che, ammirandolo, lo hanno tra l’altro definito anche “artista”.

Artista di intelletto, di mano, di cuore. Artista soprattutto di Porto Venere.

Del Borgo marinaro le sue opere migliori e numerose. Del Borgo, gli angoli, i recessi, le rocce, le visioni più suggestive.

E di questo Borgo che, per esprimerlo con immagini, occorre ammirarlo sì, ma sopratutto sentirlo con profondo, puro, sincero, disinteressato, giovanile amore, ecco gran parte dei Suoi disegni.

Disegni in larga misura abbozzati standosene in modo precario o instabile seduto al centro della sua barchetta “Velella” di legno, di colori bianco e azzurro, di lunghezza limitatissima, di tenuta “gelosa”, di lento procedere, di silenzioso andare, proprietaria di remi e, quando in sosta, unita da una “cima” ad un “gavitello” (primamente ad un “pontile”).

E lo vediamo uscire eretto, con passo ondeggiante, dalla sua dimora portovenerese Gino Montefinale (il Comandante); ha sottobraccio una cartella che contiene fogli bianchi, intonsi; sul fondo, quella cartella, trattiene un lapis ed una gomma; la cartella è stretta, legata, serrata da elastico. La cartella sarà anche tavolozza, piano di appoggio per il foglio destinato a contenere la bozza del disegno. Disegno che riportante le linee essenziali di ciò che è stato prescelto e ammirato, indicherà pure le zone d’ombra, di luce, di profondità, di flora, di roccia, d’onda, di riflesso, di brezza.

Poi, d’inverno, a Genova, nelle lunghe giornate piovose o ventose ecco la trasformazione della “bozza” in disegno finito. Finito con tratti di pennino antico intriso di inchiostro di china. Finito con tratti, continui, minuti, fragili o marcati, lineari o curvi, verticali, obliqui, orizzontali; ecco profilarsi e trasformarsi in “opera” che noi non stentiamo a definire “d’arte” ciò che Lui, l’estate passata, ha desiderato fissare nel tempo, per noi.

Nella raccolta si troverà un accenno a Genova (vedi il Santuario della Madonna della Guardia) e marcati ricordi di Casciana. Casciana, attuale porto d’arrivo della figlia minore Anna Maria e luogo denso di antichi ricordi di soggiorni vacanzieri; dimora ultima, stabile, definitiva di chi scrive.

A Porto Venere abbiamo trovato le opere del Comandante presso i cari parenti Raviolo (la cugina Bianca e la biscugina Barbara Raviolo di Ginetto), presso gli amici fedelissimi Mori-Del Soldato, F.lli Turano ed Eugenio Sturlese (Nino - figlio della cara Bina). In parte, a Porto Venere, queste opere le abbiamo trovate grazie alla ricerca e all’impegno compiuti dal carissimo Luigi Guida (già Sindaco del Borgo) che del Comandante sappiamo conserva: ammirazione, ricordi affettuosi e grati.

Queste opere sono state ritratte e quindi, a nostra cura, inserite nella raccolta di casa che presso di noi a Casciana, ma anche a Roma presso la casa di Vittoria Montefinale e Fabio Gnetti e nella casa di Silvia Gnetti e Sergio Ulgiati; a Genova nella casa di Noretta Scalera; a Porto Venere nella casa estiva di Anna Carla Sala e Maurizio Viberti; ad Ancona nella casa di Giulia Noceti e Francesco Tardella; a Locate Triulzi (Milano) nella casa di Francesco Noceti; a Roma nella casa di Gabriella (Gingi) Gnetti e Massimo Petroni; a Roma nella casa di Carlo Gnetti e Anna Ghini (questi tutti nipoti del Comandante), e poi a Casciana nella casa di Luca Noceti e Franca Franconi, a Casciana e alla Spezia nelle case di Anna Rosa Noceti e Stelio Giorguli, ne abbiamo trovato buon numero.

Di tutte queste opere abbiamo curato la suddivisione che anche simbolicamente abbiamo inteso raggruppare in opere “di mare” ed opere “di terra”. Per Portovenere la suddivisone delle opere abbiamo inteso renderla particolare e significativa, infatti troverete: Porto Venere dal mare; Porto Venere da terra; Porto Venere dal Cavo. In generale le visioni panoramiche di Porto Venere e del suo litorale ritratte dal Comandante appaiono anteriori alla creazione della Calata Doria e della passeggiata A. Moro che nel tempo, per opera umana, sono venute a modificare la natura storica e unica della “palazzata”e della sue “spiaggette”. Originariamente, la “palazzata” fu fatta nascere e crescere dagli e sugli scogli, dal mare; Portovenere era unita all’Ulivo e al Cavo da un sentiero, scosceso, solitario, abbarbicato a “u monte”.

Sfogliando questa raccolta, troverete, di Gino Montefinale, a desiderati intervalli, anche opere “giovanili”, “schizzi”, “ricordi”. Un minuscolo taccuino, conservato con cura dalla famiglia, riporta immagini tracciate a lapis di navigli a vela e a vapore che certamente furono oggetto di ammirazione di quel “Ragazzo di Porto Venere” che già sognando nel mare il suo avvenire, “remeggiando” su “gozzo” amico, frequentava le calanche, le insenature, i luoghi marinari della rada stretta tra Porto Venere e la Palmaria che avevano la frequente ventura di veder passare  i navigli militari e mercantili in entrata e in uscita nel e dal sicuro porto spezzino. Saranno trovate anche immagini tratte dagli storici suoi “Giornali di Bordo”, composte navigando come giovane Guardiamarina della Regia Accademia Navale di Livorno.

Di alcune opere che certamente, come per generosa consuetudine, venivano dal Comandante fatte oggetto di dono agli amici che frequentavano la famiglia o che nel Borgo trovavano dimora stabile, abbiamo avuto modo di ottenere e conservare le fotografie. Anche queste opere fanno parte di questo album. Di alcune, scattate da mani inesperte e con mezzi inadatti o antiquati, si noterà la non corretta messa “a fuoco”; ciò nonostante abbiamo inteso conservarle e presentarle… a noi sono piaciute anche quelle.

Questo album, lo abbiamo composto con gioia e amore. Andrà in visione a chi memoria fedele intende conservare del Nonno e del Comandante.

 

 

 

Dicembre 2009                                                                            Paolo Noceti 

 

 

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